giovedì, luglio 16, 2015

Basi sotterranee :

Quando ho cominciato , con le mie ricerche, a parlare di rapimenti in Italia , ho seguito un filone ben preciso . Quasi subito mi ero reso conto che gli addotti dicevano cose reali , anche e soprattutto a livello di ipnosi : più l’ipnosi era profonda più i dati che ne scaturivano erano in qualche modo controllabili , e quindi ad alto contenuto di verità .
Gli attacchi che mi sono stati fatti negli ultimi tempi da parte di detrattori del problema ufologico , da parte di centri ufologici che fingono di appoggiare la mia ricerca ma che , sotto sotto , la ostacolano in mille modi e per mille ragioni , mi hanno, come altre volte ,
spinto a vederci più chiaro ed ancora più a fondo .
Non si può negare che lo spunto di questo filone investigativo si deve , almeno per quanto mi riguarda , a Bud Hopkins , il quale , per secondo in America , ha portato avanti le ricerche sui rapiti e non si può negare che il mio attuale punto di vista sul vero fenomeno dei rapimenti è sovrapponibile a quello di Hopkins stesso .
Il materiale che deriva dalle ipnosi regressive è considerato da me estremamente importante , anche se , fino ad oggi , ho cercato di abbinare ai racconti degli addotti in ipnosi anche prove collaterali oggettive ; le cicatrici , i disturbi fisici , le testimonianze suppletive , le attenzioni , non sempre positive , che sono state dedicate , a me ed agli addotti , da parte di gruppi interessati più che altro a controllare le mie informazioni , mi hanno fatto pensare che ero , nonostante tutto , sulla buona strada .
Nel frattempo il mio modo di operare sul campo , sebbene tra mille difficoltà , non solo è andato avanti , ma ha subito modificazioni di vario genere . Infatti , una volta resomi conto di come si distingue un addotto da un non addotto , tendo , oggi , a non praticare più quella massa di test sulla psiche dei soggetti che avevano proprio lo scopo di determinarne la salute mentale . Oggi i test sono ridotti al minimo , prima di iniziare le sedute ipnotiche : ciò per due motivi . Il primo è di ordine pratico : ci volevano quasi sei mesi solo per effettuare tutti i test , con l’unico risultato di spazientire psicologicamente il soggetto , il quale conviveva sempre peggio con il suo problema . Il rapporto tra il soggetto e lo psicoterapeuta tendeva , in queste condizioni , a deteriorarsi nel tempo .
Chi , come me , ha dedicato molto tempo al problema rapimenti , cioè ha passato ore ed ore ad intervistarli , si è fatto , dopo una decina d’anni , una certa esperienza e questo mi fa sostenere l’ipotesi che il quadro degli addotti , ovvero di coloro che hanno interferito con i Grigi , entità aliene provenienti da altri mondi , è chiarissimo e riconoscibile all’interno di una , od al massimo due , sedute conoscitive .
Va precisato che qualche lettore potrebbe esprimere le sue giuste perplessità su quanto vado dichiarando , ma devo dire che l’ufologia investigativa , in questo come in altri settori della materia , non si attua stando chiusi in casa , in ufficio o dietro un computer e nemmeno scrivendo romanzi di fantascienza od andando a fare conferenze . Il contatto con gli addotti è , e deve essere , stretto , personale , continuo , perché solo così l’ufologia sarà sperimentata sul campo e solo così ci si potrà fare quell’esperienza senza la quale uno può essere il più grande psicologo del mondo , ma , davanti ad un addotto , tutte le sue belle teorie imparate a scuola serviranno a poco .
È facile fare delle critiche di metodo , quando tutto ciò che compone il nostro bagaglio culturale è e rimane pura , arida e sterile teoria , mai messa in pratica . Un conto è fare lo psicologo infantile per una rivista per bambini e rispondere al quesito se Topolino avrà più successo se disegnato con i guanti gialli o bianchi ed un altro è sentirsi avvicinare da un pilota dell’aeronautica civile , accompagnato da tutta la sua famiglia , che chiede , come a me è successo :
“ Dottor Malanga , come faccio a farli smettere ? Sa , è dall’età di sette anni che ogni tanto ( i Grigi – nda ) vengono a prendermi ed io mi sarei anche stufato !”
Quello che scriverò qui di seguito costituisce il risultato integrale di alcune sedute ipnotiche .
I casi che riporto sono due in particolare : si debbono a due ipnologi diversi , che non si sono mai incontrati tra loro , così come gli addotti , i quali vivono in due città differenti , senza conoscere , all’atto delle ipnosi , le dichiarazioni dell’altro .
A causa di problemi legati all’incolumità di queste persone non ne posso rivelare le identità , secondo un modus operandi stabilito in accordo con loro . Di tutte le sedute ipnotiche effettuate riporto solo quelle che affrontano il problema delle facilities ( installazioni ) sotterranee . Sì , avete capito bene : il problema dell’esistenza di basi sotterranee , dove gli addotti sarebbero stati condotti con la forza e contro la loro volontà durante uno dei diversi rapimenti subiti , esiste anche in Europa e vedremo tra breve come tale problema sia di entità grave .
Primo caso :
L’addotto A , al tempo del racconto , aveva diciassette anni compiuti ( ora ne ha abbondantemente più di trenta e fa il poliziotto ). A quel tempo era andato in vacanza con un amico, in campeggio in Francia e , durante gli incontri che avevo con lui periodicamente in una città del centro Italia , mi raccontava sempre di questo viaggio , durante il quale la polizia lo aveva infastidito , fermandolo e verificandogli i documenti con la scusa di effettuare un controllo antidroga . Questo episodio quasi ossessionava il soggetto ed ebbi l’impressione che lui me lo proponesse inconsciamente , come se il suo inconscio mi dicesse : “ Investigate in ipnosi su questo evento della mia vita …”.
In effetti con lui avevo già ricostruito tutto quello che sembrava venir fuori da una vita di abduction cominciata a tre anni e mezzo , ma qualcosa ancora doveva ancora uscire .
Il soggetto , posto in ipnosi profonda ed interrogato sulla gita in Francia , rispondeva , infatti , in modo differente :
M.: Quanti anni hai ?
A.: 17 e mezzo .
M.: Dove sei ?
A.: In campeggio, a ( omissis ). Il mio amico è andato a mangiare dalla zia , che abita lì vicino , ed io sono rimasto solo , quando ad un tratto mi si avvicina una camionetta della polizia … strano , non ha la targa … e… i poliziotti hanno una strana divisa … mi … mi fermano e mi chiedono i documenti .
M.: Perché ti chiedono i documenti ? Stavi facendo forse qualcosa di male ?
A.: Loro dicono che devono fare un controllo e … io … non so la lingua e non capisco .
M.: E poi cosa succede ?
A.: Mi prendono e mi spingono sulla camionetta , poi mi portano via .
M.: Dove ti portano ?
A.: In una strana caserma , bassa , ad un piano , dove c’è un dottore che mi fa sedere su di una sedia e poi mi fanno un’iniezion e…. Ma la droga non c’entra … era una scusa .
M.: Come fai a dirlo ?
A.: Perché ci sono anche loro .
M.: Loro chi ?
A.: C’è il dottore .
M.: Quello che ti ha fatto l’iniezione ?
A.: No , il dottore : quello un poco più alto di quelli piccoli .
M.: Quanto sono piccoli ?
A.: Un metro e venti e il dottore è più alto , circa uno e cinquanta , e parla col dottore , quello col camice bianco .
M.: Come sono fatti questi piccoli ?
A.: Hanno quattro dita e sono grigi , con una grossa testa . Io li ho già visti altre volte .
M.: Quando ?
A.: Quando sono venuti a prendermi , le altre volte …
M.: Ed ora cosa succede ?
A.: Non so , mi sento strano …. Mi aiutano ad alzarmi e mi portano fuori , nel cortile , dove c’è un elicottero . Ci saliamo e loro mi portano via .
M.: Dove ti portano e quanto dura il volo ?
A.: Non lo so dove mi portano … mi gira la testa …. Forse 45 minuti , ma non so .
M.: E poi che succede ?
A.: Atterriamo e c’è una piccola costruzione , dove entriamo e ci sono dei cunicoli …. Si scende …
M.: Dove ti portano ?
A.: C’è una stanza grande , con un grande pannello dove si vede tutto il mondo e ci sono
….  La NATO.
M.: la NATO ?
A.: Sì , gli uomini con tante divise tutte diverse e ci sono anche loro , quelli piccoli , ed il dottore e quelli biondi , alti più di due metri .
M.: Ed ora cosa succede ?
A.: Mi fanno sedere su una sedia , ma io non mi posso muovere … viene uno di quelli alti … ha una specie di padellino in mano e me lo mette sulla testa .., fa un rumore come se frizzasse e mi dice che sta controllando se l’operazione che mi hanno fatto l’ultima volta è andata bene .
M.: Cosa c’è davanti a te ?
A.: Un tavolo con sopra delle fotocopie di giornali e tutti sembrano discutere animatamente sul contenuto degli articoli , che parlano di avvistamenti Ufo .
M.: Come fai a saperlo ?
A.: Ci sono le fotografie .
M.: Riesci a leggere qualcosa ?
A.: No … non so il francese … c’è una sigla , però , scritta grossa e puntata .
M.: Leggi la sigla .
A.: G. E. P. A. N.
M.: Sai cosa vuol dire ?
A.: No !
A questo punto seguono altre dichiarazioni , che nulla hanno a che fare con l’oggetto di questo articolo e che non riporto per brevità . Il rapito viene , poi , ricondotto sull’elicottero , che lo riporta alla Jeep , la quale lo riaccompagna al campeggio , dove i militari gli ridanno i documenti . Il soggetto , in stato confusionale , va a dormire . Il compagno non è ancora tornato , ma tutta l’esperienza verrà sepolta e nascosta da quello che il ragazzo credeva fosse un sogno .
In questo primo racconto due sono le cose che mi preme mettere in evidenza , una delle quali è il fatto che nella base sotterranea ci sia la NATO e che il soggetto ricordi la sigla GEPAN ( Gruppo di Studi sui Fenomeni Aerei Non conosciuti ), che è una struttura realmente esistita , quale antenata del SEPRA ( Centro di Expertise per i Rientri Atmosferici ) che ha sede a Tolosa e prende vita all’interno del CNES , il Centro Nazionale di Studi Spaziali più potente d’Europa . Il ragazzo , come molti ragazzi di oggi , non sa dell’esistenza del GEPAN , in quanto sono ormai molti anni che questo centro è stato eliminato , ed il fatto che egli abbia letto di qualcosa realmente esistente in quegli anni mi fa pensare che l’abbia veramente memorizzata , a livello inconscio , durante l’esperienza di rapimento .
Caso B .
La vicenda ricostruita si svolge molti anni fa ed il ragazzo B . ha anche lui diciassette anni .
B.: Sono venuti a prendermi … sono a letto … ( omissis ) sono piccoli e grigi ed hanno quattro dita . Sono con loro su una macchina volante … ( omissis ). Il viaggio dura poco : non so dire quanto .
I.: Ed ora dove sei ?
B.: Sono fuori … ci sono due uomini , vestiti di nero … hanno anche gli occhiali neri … è notte e fa freddo e mi fanno salire su una macchina di quelle grandi , tipo fuoristrada , ed io non sto bene … mi viene da vomitare . I due si mettono alla guida e si dicono qualcosa , ma non parlano italiano .
I.: Che lingua parlano ?
B.: Mah , non so , forse … mi sembra francese , però potrei sbagliarmi .
I.: Dove ti portano ? Riconosci la strada ?
B.: No , è buio ed il viaggio dura poco , il furgone abbandona ad un certo punto la strada ed entriamo in una strada sterrata , attraverso un recinto con la rete … ma sembra tutto abbandonato .
I.: Descrivi quello che vedi .
B.: C’è un capannone in lontananza , con una porta lievemente illuminata … c’è una targa dove c’è scritto qualcosa , ma è troppo lontano : non vedo … fa freddo e c’è vento forte . ( omissis ) c’è come un aeroporto abbandonato ; cammino sul cemento , all’aperto , verso l’entrata di una grotta ( omissis ). Fuori ci sono delle torri eoliche .
I.: Puoi leggere la targa della macchina che ti ha accompagnato ?
B.: Sì , è una targa gialla con le scritte in nero … c’è un numero , poi tre lettere ed un altro numero … 27 MAR 48 ( Il numero ventisette corrisponde al territorio di Tolosa , dove esiste una cittadina che si chiama Marchiaci , mentre il numero progressivo della targa è 48 , nda .)
Il soggetto entra , poi , in una base sotterranea dove vede esseri umani vestiti di nero , vede i soliti Grigi ed esseri alti e biondi ; la storia , ancora una volta , si ripete .
Da una analisi delle ultime informazioni fornite da questo addotto ero in grado di affermare che , nella zona di Tolosa , quella più a sud della regione , esistevano diverse installazioni di torri eoliche , perché la carta dei venti d’Europa ci segnalava quella regione come caratterizzata dai venti molto forti .
Inoltre il colore delle targhe , in tale regione , allora era proprio giallo con scritte nere .
Un’analisi dei dati sulle costruzioni di torri eoliche diceva che la Francia , insieme all’Inghilterra , stava applicando questi sistemi di produzione di energia alternativa non inquinante e che c’erano torri eoliche in grado , da sole , di sviluppare tanti di quei megawatt da tenere accese le luci di una intera piccola cittadina ( per esempio esisteva il modello WEG LS-1, installato a Burgar Hill in Scozia , che sfornava 30 megawatt con una sola elica ).
Il soggetto vede proprio tre di queste torri eoliche , che in Francia , guarda caso , sono poste nella regione di Tolosa , dove , per l’appunto , l’Università ed il CNES stanno studiando proprio questo tipo di generatori .
Ma non finisce qui . Infatti , nelle zone segnalate come possibili punti dove esisterebbe questa fantomatica base francese , si sarebbero verificati numerosi avvistamenti di Ufo , soprattutto nel 1954 .
I dati in mio possesso farebbero collocare questa installazione sotterranea francese in un triangolo compreso tra Tolosa , Perpignan e Besier , non distante dall’autostrada Carcassonne - Tolosa e , con un pò di presunzione , all’altezza di Villefrance de Lauragais .
Come se non bastasse , qualche tempo fa un’addotta che controllo da diversi anni un giorno ha deciso di andare in Francia , a Tolosa , per cercare qualcosa dettatale dall’inconscio . Strane vicende le sono , però , capitate . In Francia le è stata sequestrata l’auto ed , al ritorno a casa , ha trovato tutta la sua abitazione a soqquadro . Stiamo indagando su quest’ennesima vicenda , in cui la Francia gioca le sue carte e noi le nostre .
Sul terzo numero della rivista Hicarus , di Stefano Salvatici , troverete il seguito di questa storia .

* Questa ricerca è stata fatta da Pagani Christian .

Nessun commento:

Posta un commento